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Serial Killer - Aileen Wuornos

aileenwuornos

Nome Completo: Aileen Carol Wuornos
Soprannome:
Highway Hooker
(L'adescatrice delle autostrade)
Nato il: 26/02 1956 - Morta il: 9 ottobre 2002
Vittime Accertate: 6 Vittime Ferite: 9

Ed Kemper
Video

MODUS OPERANDI: Una spietata vendicatrice, uccide, freddandole sue vittime  per mezzo di pistola calibro 22; una volta compiuto il delitto, commette il furto delle autovetture delle vittime e del loro contenuto....

Biografia Serial Killer: Aileen Carol Wuornos

Biografia tratta da: “www.latelanera.com" di Roberto Estavio

Pag. 5 - Solo dopo 7 delitti la polizia comincia a indagare sul serio.
Viene istituita una task force che inizialmente elabora un profilo.
Molto probabilmente l'assassino è una donna che si prostituisce lungo le strade, trafficate e anonime, attraversate da molti camionisti che indugiano talvolta nella fretta di un rapporto occasionale. La donna uccide queste persone nell’intimità dell’abitacolo e fugge rubando la macchina, che poi abbandona, trafugando quasi tutti gli oggetti personali.

Le indagini e la cattura

 Solo dopo 7 delitti la polizia comincia a indagare sul serio. Viene istituita una task force che inizialmente elabora un profilo. Molto probabilmente l'assassino è una donna che si prostituisce lungo le strade, trafficate e anonime, attraversate da molti camionisti che indugiano talvolta nella fretta di un rapporto occasionale. La donna uccide queste persone nell’intimità dell’abitacolo e fugge rubando la macchina, che poi abbandona, trafugando quasi tutti gli oggetti personali.

È una predatrice.
È una predatrice che si apparta con i suoi clienti e poi li colpisce al culmine di un rapporto sessuale. Li abbandona in un bosco al limitare di una statale dove occasionali viaggiatori, lenti e dall’occhio indiscreto, li possono scorgere.

Dissimula e mostra.
Un punto di svolta viene con una segnalazione fatta da una vecchia signora.
Rhonda Biley ricorda di avere visto nell’estate del 1990 una Pontiac affondare nel fosso vicino casa. Ne erano uscite due donne, una bionda e una bruna, che avevano rifiutato i soccorsi. I vigili avevano rintracciato le due mentre facevano l’autostop, ma esse avevano negato di essere le stesse persone. Altro indizio: esistono delle impronte digitali rimaste sulla macchina di un uomo assassinato.

Sotto falso nome Aileen ha venduto una video camera che apparteneva a Mallory e ha lasciato delle impronte. Coincidono. Ma l’8 gennaio del 1992 la Wuornos prova a colpire ancora. Abborda un tizio che si fa chiamare Bucket, ma che in realtà è un agente della polizia che agisce sotto copertura. All’inizio gli investigatori pensa di arrestarla, ma non hanno prove concrete e rischierebbero di fare un buco nell’acqua.

La lasciano andare.
Riescono a prenderla a una festa di “biker”, i motociclisti. La convincono ad andare in un motel e riescono ad arrestarla per porto abusivo d’armi, senza che possa sospettare nulla. Intanto hanno rintracciato la sua amica Tyria, che per paura, e probabilmente anche per convenienza, decide di confessare. La ragazza però conosce solo pochi particolari degli omicidi. Gli agenti la convincono a parlare al telefono con Aileen per tre giorni. Tyria accetta a collaborare e, con la scusa di aver bisogno della cauzione per uscire, parla per tre giorni. Cerca di alludere agli omicidi e lo fa in maniera così insistente che Aileen dopo un po’ capisce che stanno registrando le sue telefonate.

La Wuornos però non si nasconde.
Confessa prima al telefono poi davanti agli investigatori. Scagiona completamente l’amica e si dichiara colpevole dei delitti; poi cerca di difendersi. Afferma che quando incontrava i suoi uomini, essi erano in genere ubriachi o avevano fumato marijuana e la costringevano a rapporti insoliti, spesso violenti. Dice che Mallory l’aveva costretta a un rapporto anale e lei si era divincolata e l’aveva ucciso.

La difesa potrebbe essere credibile.
Ripete che anche con gli altri uomini uccisi le circostanze erano state simili. Inoltre sfrutta l’insolita notorietà facendosi spesso intervistare; c’è chi l’adotta, e chi le fa firmare contratti per diritti letterari e cinematografici.

Il processo

Il processo inizia il 14 gennaio del 1992. Inizialmente Aileen viene accusata solo del primo omicidio, ma in Florida esiste una legge che permette di inserire prove di altri omicidi se questi si dimostrano utili al dibattimento in corso. Il 27 gennaio la corte ritiene Aileen colpevole di omicidio primo grado, e alcuni giorni dopo il giudice la condanna a morire sulla sedia elettrica. Il 15 maggio arriva un'analoga sentenza per altri tre omicidi, e nel febbraio del 1993 anche per l’omicidio di Walter Gino Antonio. La Wuornos si lancia contro le giurie e ribadisce la sua innocenza di fronte alla violenza che lei ritiene di aver subito.

Va in escandescenza e augura ai giudici una sorte analoga alla sua. Li vorrebbe vedere sodomizzati e violentati. Crescono in parte dell’opinione pubblica appelli e mobilitazione. Lei ricorre invano alla Corte suprema. Si presta a numerose interviste in cui comunque afferma il suo odio per la vita e il desiderio di continuare a far del male. Un’ultima perizia psichiatrica la riterrà pienamente capace di intendere e volere. Mercoledì 9 Ottobre 2002: finisce con un’iniezione la vita di Aileen Carol Wuornos. In Florida si usa così.


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