T-Shirts Serial Killer

  << Home Serial killer italiani e stranieri




     Fenomenologia

  Definizione Serial Killer
  Prospettiva comportamentista
  Dinamiche comportamentali
  Patologie Serial Killer
  Modelli Motivazionali
  L’infanzia dei Serial Killer
  Le Fantasie violente

     Biografie Serial Killer

  Ted Bundy
  Jeffrey Dahmer
  Andrey Cikatilo
  Richard Ramirez
  Charles Manson
  Aileen Wuornors
  Albert Fish
  Ed Kemper
  David Berkowitz
  Peter Kurten
  Arthur Shawcross
  Gianfranco Stevanin
  Donato Bilancia
  Marco Bergamo

     Mix & Shop

  Novità Editoriali
  Serial Killer Libri
  Serial Killer eBook
  Serial Killer DVD
  Serial Killer T-shirts

     Altre Risorse

  Articoli di Criminologia
  Romanzi Noir
  Serial Killer e Satanismo

 

 

















zstore0402

Serial Killer Gianfranco Stevanin Perizia Psichiatrica

Nome Completo: Gianfranco Stevanin
Soprannome: Il mostro di Terrazzo
Nato il: 2 ottobre 1960 - Morto il: in vita
Vittime Accertate identificate: 4 - Non id: 2
Vittime di violenze (sopravvissute): 2

Gianfranco Stevanin
Videoteschio-trasp02

MODUS OPERANDI: Educato, gentile, sadico e amante del sesso estremo, finiva, al suo dire, per incappare in incidenti di percorso...le sue vittime morivano durante l’amplesso, strozzate o soffocate da lacci o sacchetti di plastica, poi fatte a pezzi disseminate qua e là oppure interrate....

Perizia al Sign. Gianfranco Stevanin

Pag. 3 - INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO
L'inquadramento diagnostico del caso presenta qualche difficoltà, non tanto in sé, ma in quanto comporta la valutazione dell'interferenza degli esiti del trauma encefalico in anamnesi. E' intanto evidente che non ci troviamo di fronte ad un quadro psicotico evidente e conclamato. L'integrità sostanziale del linguaggio, la coerenza e il susseguirsi corretto delle concentrazioni associative, l'attitudine generale globalmente adeguata, i contenuti di pensiero privi di dimensione di convincimento palesemente erroneo, o di allontanamento della coscienza di realtà (reality test), l'assenza di elementi dispercettivi, di automatismo mentale, di fenomeni di azione esterna, di tendenza all'autoriferimento, di sensitività e proiettività paranoide, la presenza di una motilità sciolta, e non bloccata, senza fenomeni di stereotipia, di palicinesia, di alterazioni posturali, e priva di scoordinata concitazione, depongono per una assenza di fenomeni psicotici della serie schizofrenica, dalla schizofrenia, alle forme schizoaffettive o schizofreniformi, dai disturbi paranoidi a quelli più genericamente deliranti.

L'umore sembra adeguato alla situazione, né si rilevano nella storia clinica momenti di tipo depressivo franco, né, tanto meno, di polarità opposta. Non c'è insonnia, né specifiche variazioni mattino sera, nè rallentamento psicomotorio, né idee di colpa o di autoaccusa. Situazioni di nevrosi strutturata specifica non sono osservabili: non idee fobiche, né manifestazioni comportamentali o ideatorie di tipo anancastico; non risultano turbe delle cenestesi. Sul piano psicorganico non vi sono rilievi da fare. La presenza di coscienza, coscienza dell'Io, orientamento e memoria ineccepibili, l'assenza di segni focali, la mancanza di difficoltà lessicali, di linguaggio concreto, di cenni di incoerenza, il buon livello comunicativo e della conversazione, la mancanza di segni atimormici e disprosessici, non permettono di porre una diagnosi di disturbo psicorganico di alcun tipo.

Altra cosa però, se si passa dai quadri clinici conclamati alle sfumature. Si può notare in questa area, della valutazione di nuances comportamentali e relazionali, un certo grado di rilassamento e di scucitura dei nessi logici ed emotivi più sottili, una certa perplessità espressiva ed alcuni stridori nella connessione e nell'adeguatezza delle tonalità affettive, un certo grado di scissione tra contenuti e modalità espressive, da riferirsi ad una struttura in parte istrionica e in parte narcisistica della personalità. Dato il modo in cui gli eventi criminosi sono presentati, sarebbe possibile pensare ad un disturbo dissociativo, del tipo personalità multipla o sdoppiamento di coscienza. Ma intanto questa sindrome è più di pertinenza della narrativa che della clinica, dato che difficilmente in clinica può essere comprovata: e d'altra parte essa comporta una vera disappropriazione di una parte della coscienza.

Questo quadro, per poter essere avallato sul piano clinico, necessiterebbe una scissione della coscienza, con perdita del sentimento di proprietà di una parte del campo di coscienza, con quindi un preciso scotoma mnesico della parte disappropriata, e un "non sa la mano destra quel che fa la mano sinistra" non come metafora ma come realtà: il Dr. Jekyll deve avere amnesia psicogena di Mr. Hyde, senza la qual cosa siamo di fronte a comportamenti contrastanti, ma sempre con coscienza unitaria. Occorre anche ricordare che i fenomeni di dissociazione di coscienza di questo tipo sono accettabili clinicamente per eventi di scarsa durata e complessità organizzativa, e non per un susseguirsi di eventi coordinati, anche se maldestramente, così articolati. Ritorneremo più avanti su questo punto.

L'inquadramento nosologico fondamentale è qui la parafilia. L'intensa spinta pulsionale a ricercare il piacere attraverso la triade sottomissione sessuale, umiliazione, forzatura della partner e sua dedizione obbligata e incondizionata, che produce aumento rilevante dell'eccitamento sessuale, è caratteristico della parafilia sadica. E' possibile qui che la parafilia abbia i caratteri particolari della parafilia compensativa reattiva, che flotta sulla superficie dell'Io in momenti di particolare frustrazione e inquietudine (insoddisfazioni generali, bisogno di compensazione). Di solito queste situazioni vengono attribuite dalla teoria psicoanalitica all'antico vissuto di aggressività ambivalente e di istanze di risarcimento per i sentimenti di abbandono materno: in teoria si potrebbe applicare questo principio nel nostro caso, ma data l'insufficienza di dati che potrebbero scaturire solo da una profonda relazione analitica, qui non praticabile per ovvi motivi, non procederò oltre in questa direzione.

E' però sufficiente l'esame clinico, che presenta un indiscutibile rilievo della parafilia sadica, e che mette in chiaro l'esistenza, in questo caso, del rituale parafilico quasi compulsivamente eseguito: è proprio infatti delle parafilie l'esecuzione di un accurato rituale, funzionale all'eccitamento sessuale ed al piacere. In questo caso esiste una ripetizione di rituali parafilici, ripresentatisi intermittentemente, che si sono svolti con una "schedule": precisa e probabilmente assai simile in ogni caso, con rituali di sottomissione ed imposizioni, iter consistenti in pratiche fotografiche, esecuzioni di pratiche sessuali sul filo del rischio di vita delle partner che egli definisce "sesso estremo" con termine preso a prestito da una certa letteratura, che non sempre si ferma al momento giusto ma travalica nella tragedia: nella parafilia sadica, si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce. Come se egli seguisse un manuale di istruzioni interno o possibilmente anche esterno.

 Il rituale, seppur approssimativo, sadico, che comporta grande eccitazione e piacere, non può che rimanere sul piano di questo grossolano e pericoloso acting, al livello solo comportamentale, in presenza di incapacità di mentalizzare, e di costruire immagini interne (mentali) integrative e costitutive nel mondo fantastico, che in qualche modo normalizzano la parafilia e rendono meno pericoloso il comportamento trasformando l'atto in interamente o parzialmente simbolico. Non mancava nel complesso rituale che abbiamo descritto una dimensione narcisistica, che comportava un accenno ad una organizzazione per strutturare una sorta di trama occultante e depistante, che faceva parte e integrava come ultimo atto la ritualità, con sue dimensioni anch'esse rituali, di occultamento e di furtività (sostituzione di targhe, ecc.). Lo strazio e l'occultamento del cadavere è parte integrante del rituale parafilico.

Il quadro nosologico delle Parafilie si riferisce in modo adeguato al nostro caso, visto che è composto da fantasie, impulsi sessuali e comportamenti ricorrenti, intensamente eccitati ed eccitanti sessualmente, che nel caso del sadismo riguardano appunto la sofferenza e/o l'umiliazione della partner: va tenuto presente che, come è quasi la regola, fantasie e stimoli parafilici sono nel caso del sig. Stevanin indispensabili per l'eccitazione sessuale, sono in altre parole elementi di base indispensabili per la sessualità, e sono quindi sempre impliciti nell'attività sessuale. La preferenza della fantasia parafilica in questo caso è di essere portata alle conseguenze estreme, per rendere la partner, quali che fossero le condizioni di partenza, non consenziente, e per realizzare comportamenti sessuali effettivamente lesivi per la partner stessa: questo è in gran parte legato al fenomeno di cui più sopra si è parlato, e cioè della incapacità o rilevante inefficienza della elaborazione fantastica, della "fiction" interiore, della costruzione di rappresentazioni simboliche e metaforiche, in susseguenze normative che costruiscano, anche previo accordo con la partner, situazioni soddisfacenti e non lesive o non troppo lesive.

 E' prevedibile che il parafilico con capacità di costruzione fantastica e di mentalizzazione strutturi situazioni che rendano meno specifico, più mascherato, a diversi livelli di sublimazione, lo stimolo sessuale anomalo. Ricordiamo che il concetto di sublimazione nasce come metafora dalla chimica, ove indica passaggio di stato saltando lo stadio intermedio: in questo caso la realizzazione della pulsione erotica saltando l'erotizzazione propriamente, a volte produce comportamenti ad alto valore sociale. Per esempio il sadico può fare il soccorritore e guidare una autoambulanza, o può fare la professione chirurgica.
In molti casi, queste persone possono guardare, leggere, collezionare romanzi, o foto, o films, o, nella ipotesi più regolare, procurarsi un partner consenziente con cui risolvere simbolicamente, attraverso simulacri (legature, finte fustigazioni, schiavitù simbolica), le spinte sessuali. Ovviamente, i soggetti privi di partner consenziente ricorrono alle prestazioni di prostitute, che però sono difficilmente consenzienti a pratiche anche simboliche, per l'ovvio motivo che per un accordo di questo tipo occorre una profonda conoscenza e una notevole fiducia tra i partners. In casi abbastanza rari si ha la realizzazione di questi vissuti e spinte sadici su vittime non consenzienti.

Ciò avviene specificamente quando si realizzano due condizioni che si sono essenzialmente poste in convergenza nel nostro caso. Esse sono da un lato l'intensità della spinta istintuale sadica, massima in questo caso, e dall'altro la grave incapacità di sublimare, di costruire elementi fantastici, di creare simbolismi, a cui abbiamo fatto cenno più volte, dato l'importanza che ha questo elemento. Nel caso dunque del sig. Stevanin la focalizzazione parafilica implica azioni reali, non simulate, in cui il soggetto ricava eccitazione sessuale dalla sofferenza prevalentemente fisica, ma anche psicologica (soprattutto la sottomissione e la umiliazione) della vittima, col controllo completo della vittima, terrorizzata soprattutto dall'anticipazione dell'attacco sadico.

Nel suo caso, è la sofferenza della vittima ad essere sessualmente eccitante in modo specifico, attraverso atti indicanti il dominio (soffocare, ingabbiare, ecc.). Nel nostro caso, come è la regola, la gravità e la lesività dell'atto sadico aumenta col tempo e con la ripetitività. A questa situazione, già del tutto ben delineabile nosologicamente, in cui spinta pulsionale e impossibilità di gestirla fantasticamente agiscono in modo così intenso sul comportamento, si aggiunge un altro elemento di grande importanza. Il sig. Stevanin appare un individuo totalmente isolato, con difficoltà trancianti di stabilire relazioni valide, intanto sul piano affettivo o della solidarietà o delle intese socio-affettive, o di vicinanza di interessi, con poche possibilità di scambio di pensiero e di emozioni con gli altri: egli non è capace di comunicare, di parlare con qualcuno, di esprimere le proprie idee e vissuti, in modo da riceverne conferme o sconferme, e di operare confronti. Chiuso, come estraniato, vivendo in una casa isolata, in un ambientazione non povera, non limitata in se, ma in una estraniante decadenza, tra mura, infissi e mondi insomma, fatiscenti e strani, come arcaici e inaccessibili.

I luoghi dove si consumano i suoi tragici rapporti sessuali esprimono una freddezza ed uno squallore totale, il contrario propriamente di ogni istanza amorosa o affettuosa. Tocchiamo qui il senso vero, psicopatologico e psicoanalitico, del termine di perversione, al di fuori dei risvolti linguistici correnti ed etici, nel senso propriamente della pulsione erotica, e cioè intesa verso il piacere, che cambia di segno sottomano, al momento della realizzazione, da positivo a negativo, dell'ottenimento del piacere dalle situazioni che creano dolore e disgusto. In questa dimensione, il comportamento generale configura il vero withdrawal e cioè il personaggio totalmente isolato e chiuso che si risveglia e fuoriesce dal bozzolo solo nel momento in cui si muove a tendere verso il raggiungimento dei suoi protocolli e delle sue ritualità di piacere stravolto. Un comportamento che mira al soddisfacimento di istanze pulsionali interiori senza tener conto delle esigenze della realtà esterna, un mondo psichico con nessun contatto col mondo reale: la definizione sarebbe in ciò simile all'autismo bleuleriano, non fosse per la profonda differenza legata alla presenza, in quest'ultimo, di grandi alterazioni cognitive e di un mondo psicotico delirante e dispercettivo che qui manca.

Due sono le ipotesi che si possono fare a spiegare questa realtà di una Karakterpanzerung, di una corazza caratteriale così impenetrabile: intanto, che la grande, impellente e quotidiana presenza della pulsione parafilica, riempia, in una sorta di bourrage psichico, la mente, riempiendo ogni spazio e ponendo tutto in secondo piano rispetto ai suoi programmi e alle sequenze di progetti sadici, rendendo impossibili relazioni, progetti diversi, e addirittura desideri e istanze che si discostino da quella centrale; ed in secondo luogo, che esista una struttura di personalità oscillante tra il narcisistico e l'istrionico, essendo il narcisismo evidente da una certa grandiosità del progetto sadico, che mira ad una realizzazione di ogni aspetto delle sue spinte, con dispregio della realtà, della vita degli altri, dei sentimenti altrui e della società e del mondo con le sue regole sociali ed etiche, e dell'esigenza di adeguarsi, almeno un minimo a queste regole; e l'aspetto istrionico collegato ad una sorta di belle indifference, ma privo di elementi amplificati, nella sua tecnica di teatro e nella sua recita continua per presentare il volto di una persona anonima e senza nessuno spicco, con anzi la generica presenza di buon ragazzo, totalmente recitato per la limitazione dei contatti e delle relazioni sociali.  .


PAG. DOCUMENTI E BIOGRAFIA GIANFRANCO STEVANIN
PRIMA | SECONDA | TERZA | INTERVISTA GIANFRANCO STEVANIN | VIDEO

PAG. PERIZIA PSICHIATRICA GIANFRANCO STEVANIN (sei qui)
PRIMA | SECONDA | TERZA | QUARTA




  Definizione di Serial Killer
  Assassino seriale
  Prospettiva comportamentista
  Dinamiche comportamentali
  Patologie dei serial killer
  Modelli motivazionali
  L'infanzia del serial killer
  Le fantasie violente
  Cacciatori di Serial Killer
  Omicidi seriali in Italia
  Biografie di serial killer
  Serial Killer e Satanismo

         Shop | Libri Serial Killer     Serial Killer eBook     Serial Killer DVD     Serial Killer T-shirts

COPYRIGHT © 2007 | http://iserialkiller.altervista.org | ALL RIGHTS RESERVED