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Serial Killer - L’infanzia

“Su questa terra, o su altri mondi , l’uomo ha da secoli una fedele  compagna, La Paura”.
(Edgar Allan Poe - 1809-1849)

 

L'infanzia del serial killer: ambiente sociale ed eventi formativi

Pag. 2 - Un soggetto racconta di come i genitori fossero proprietari di un negozio di alimentari e passassero tutto il giorno al lavoro. Durante la giornata passava il tempo con familiari o con vicini. Racconta di essere stato ripetutamente seviziato da un vicino e che quando denunciò l'episodio ai suoi essi dettero la colpa a lui accusandolo che stava inventando tutto per attrarre l'attenzione. Molto frequenti sono anche i racconti in cui i soggetti dichiarano che le liti in famiglia erano all'ordine del giorno. Un criminale descrive come fosse costretto a vedere sua madre picchiata brutalmente dal padre ogni giorno.

Frequenti sono i casi in cui il bambino stesso è il destinatario della violenza; da un punto di vista fisico vengono spesso picchiati dal padre, a causa di qualcosa ma spesso anche senza un motivo particolare, da un punto di vista psicologico spesso sono le madri sole a mettere in atto punizioni eccessive ed umilianti

Esperienze sessuali

L'abuso sessuale o le esperienze sessuali devianti in giovane età sono spesso considerate esperienze traumatiche di primo livello per giustificare la condotta dell'individuo da adulto.
Nel nostro caso, in nove casi i soggetti hanno dichiarato di essere stati vittime di violenze sessuali ; altri nove soggetti hanno descritto di aver assistito ad un'attività sessuale anormale o disturbante di un genitore; in undici casi dicono di aver assistito ad attività sessuali disturbanti di parenti o amici (un soggetto dichiara di essere stato molto scioccato di aver sorpreso la sua ragazza a letto con un altro).

Altre esperienze sessuali sono state rinvenute nelle anamnesi come la contrazione di malattie (un soggetto dice di aver preso la gonorrea dopo la prima volta con una prostituta), interventi chirurgici, (un altro soggetto dichiara un atto di auto-mutilazione all'organo genitale per punirsi di cattivi pensieri). Situazioni sessuali fortemente traumatiche erano presenti per diciannove intervistati, con esempi di cattiva reazione dei genitori alla masturbazione, offesa e messa in discussione della sessualità del bambino, e/o l'osservazione di altri compagni o amici nell'atto di praticare atti omosessuali. Quando interrogati più dettagliatamente sulle violenze sessuali subite, dei ventotto che hanno risposto, dodici hanno riferito di essere stati abusati nella prima infanzia (da1 a 12 anni) , nove durante l'adolescenza e dieci quando erano adulti.

Queste esperienze includono principalmente episodi vissuti in famiglia ("Sono stato a letto con mia madre quando ero piccolo" "mio padre mi ha violentato ripetutamente da quando avevo quattordici anni"). Le performance sessuali dei soggetti da adulti rimanevano nella stragrande maggioranza dei casi prevalentemente a livelli fantastico e autoerotico. Da adulti, quasi metà dei criminali hanno confessato una aperta avversione per il sesso. Problemi sessuali riconosciuti dall'intervistato predominavano in tre quarti dei soggetti. Più della metà descrivevano se stessi come ignoranti in materia sessuale, quasi il 70 per cento ha ammesso di sentirsi sessualmente incompetente; il 56 per cento confessa disfunzioni sessuali ed infine il 30 per cento esprime preoccupazione per quello che concerne le dimensioni del membro.

Alcuni erano preoccupati perché si sentivano diversi dagli altri mentre altri hanno affermato di preferire il sesso con donne morte. Gli intervistatori sospettarono che i sedici intervistati che non risposero alla domanda sull' età della prima esperienza di sesso con un partner conseziente non avessero avuto esperienza alcuna. Fra gli interessi dal punto di vista del sesso la pornografia ha ottenuto il punteggio più alto con l'81 per cento (venticinque su trentuno risposte), a seguire la masturbazione compulsiva (79 per cento) e il feticismo (72 per cento, ventuno della ventinove risposte). Una percentuale più piccola ha nominato sesso sado-masochistico, esibizionismo, sesso con animali, telefonate oscene, travestitismo.

Sono stati riscontrati anche casi di asfissia sessuale (la pratica di auto-strangolarsi con corde o di mettersi un sacchetto sulla testa per ridurre l'apporto di ossigeno ai polmoni), e di fantasie e messe in atto di pratiche dolorose durante la masturbazione; un soggetto riferisce delle sue abitudini a pizzicarsi la regione dell'addome con pinze, ami da pesca o piccoli coltelli durante la masturbazione. A sedici anni lo stesso soggetto commise un gesto suicida sparandosi all' addome con una pistola calibro .38. Corrispondenze statisticamente rilevanti sono state trovate nell'attività sessuale da adulto dei soggetti che avevano ammesso esperienze bizzarre in gioventù .Daquesti dati emergono elementi preoccupanti ed a mio avviso molto significativi come il fatto per esempio che ventidue su trentasei intervistati abbia ammesso di aver avuto fantasie di stupro e ben la metà di questi abbiano detto di aver avuto le prime fra i dodici ed i quattordici anni.

Altro dato molto eloquente mi sembra il 43 per cento di abusi sessuali durante l'infanzia.
Una estesa comparazione è stata eseguita fra i soggetti che avevano subito violenze durante l'infanzia e quelli che non ne avevano subite rispetto ad alcune variabili della vita familiare. Dei dodici soggetti vittime di violenze nella prima infanzia il 42 per cento ha detto di avere una relazione fredda ed inconsistente con la madre, il doppio esatto rispetto allo stesso dato (21 per cento) dei soggetti che non avevano subito violenze. Per quanto riguarda le relazioni col padre si conferma il dato precedente in modo ancora più eclatante. I soggetti con violenze subite hanno detto di avere un rapporto freddo ed ostile col padre nel 92 per cento dei casi, mentre i soggetti senza violenze subite lo hanno dichiarato solamente nel 30 per cento dei casi .

In più il 53 per cento dei soggetti vittime di violenza viveva in condizioni economiche ristrette o molto basse rispetto al 33 per cento dei soggetti non vittime di abusi. Ancora, il 46 per cento dei soggetti abusati viveva in una famiglia effettuante frequenti traslochi e completamente slegata dalle comunità locali rispetto al 20 per cento dei soggetti non abusati. Non sono state invece riscontrate grandi differenze fra i due campioni per quanto riguarda il genitore dominante o la stabilità affettiva della famiglia.


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