T-Shirts Serial Killer

  << Home Serial killer italiani e stranieri




     Fenomenologia

  Definizione Serial Killer
  Prospettiva comportamentista
  Dinamiche comportamentali
  Patologie Serial Killer
  Modelli Motivazionali
  L’infanzia dei Serial Killer
  Le Fantasie violente

     Biografie Serial Killer

  Ted Bundy
  Jeffrey Dahmer
  Andrey Cikatilo
  Richard Ramirez
  Charles Manson
  Aileen Wuornors
  Albert Fish
  Ed Kemper
  David Berkowitz
  Peter Kurten
  Arthur Shawcross
  Gianfranco Stevanin
  Donato Bilancia
  Marco Bergamo

     Mix & Shop

  Novità Editoriali
  Serial Killer Libri
  Serial Killer eBook
  Serial Killer DVD
  Serial Killer T-shirts

     Altre Risorse

  Articoli di Criminologia
  Romanzi Noir
  Serial Killer e Satanismo

 

 

















zstore0402

Serial Killer - Omicidi seriali in Italia | inchiesta

“Se potessi tirare fuori mia madre dalla tomba, le strapperei le ossa e la ucciderei di nuovo”
(Joe Fischer)

Omicidi seriali in Italia

Tratto dall’articolo a cura della Dott.ssa Francesca Lecce da Salus.it

Pag. 1 - Nelle più recenti statistiche mondiali, relative alle nazioni più colpite da questa forma di criminalità, L’Italia viene collocata al quinto posto dopo Stati Uniti, Germania e Francia, ma negli ultimi tempi la stampa sembra attribuirle addirittura il terzo posto. Nonostante l’ampiezza di tale fenomeno, fino agli anni Ottanta nel nostro Paese l’idea che si potesse uccidere senza altra motivazione che il denaro o la passione, come avviene per i serial killer, è stata vigorosamente contrastata.

Si riteneva infatti che l’omicidio per puro piacere fosse una forma di reato a noi decisamente estranea. Negli ultimi tempi le cose sono cambiate. Le efferate vicende dei delitti imputati ai vari mostri nostrani di Firenze (Pietro pacciani), Padova, Terrazzo (
Gianfranco Stevanin, ecc.) hanno talmente colpito l’immaginario collettivo da mutare la percezione di estraneità dell’omicidio seriale finora dominante in Italia. La parola mostro, con tutto ciò che ad essa può ricollegarsi, è stata quella che più ha connotato il cambiamento.

Il serial killer italiano risiede più frequentemente nel centro - nord. In particolare, sembra agire soprattutto in Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto. Il fenomeno è ancora assente nelle regioni meridionali. Questa distribuzione topografica potrebbe confermare le ipotesi sociologiche che fanno risalire l’aumento della patologia psichiatrica alle trasformazioni nella qualità e nei ritmi di vita imposti nelle aree più industrializzate del nostro Paese dalla modernizzazione, aree che sembrerebbero avvicinarsi sempre più alle metropoli americane.
Contrariamente ai serial killer stranieri, quelli italiani uccidono di meno e con minor efferatezza. Sono decisamente meno frequenti i casi di necrofilia e cannibalismo ed è meno cruenta la dissezione del cadavere. L’82% dei serial killer italiani ha ucciso da due a sei persone ad eccezione della coppia Ludwing, imputata di quindici delitti, e del mostro di Firenze, che ne realizzato quattordici.

I serial killer americani sono decisamente più letali, Henry Lee Lucas arrivò a uccidere trecento persone, o ancora ll’Ucraino Andrei Romanovich Chikatilo che invece ne uccise 53. Infine, mentre oltreoceano la vittima potenzialmente può essere chiunque, in Italia la categoria più a rischio e più colpita rimane ancora, come confermano le statistiche, quella delle prostitute.

Ma come è considerato e definito in Italia il fenomeno dell’omicidio seriale?

Al riguardo, dobbiamo dire che da noi sol in tempi recenti è riuscita a farsi strada l’idea che potessero esistere delitti commessi per puro piacere, cioè delitti che non avessero un movente economico, passionale, politico, ecc. questa idea è maturata lentamente, soprattutto dopo le imprese eclatanti di serial killer come quelli di Firenze, Padova, Terrazzo, ecc., ed ha seguito, per molti aspetti, un percorso proprio, certamente diverso da quello delineato dalla criminologia internazionale. Da noi, nel corso del tempo, l’attenzione si è sempre più focalizzata soprattutto sulle caratteristiche di mostruosità del serial killer, generalmente considerate, almeno in parte, come conseguenti alla sua sottostante necromania.

Il primo termine, mostruosità, è ormai ampiamente utilizzato per esorcizzare e rendere più comprensibile il fenomeno. Definire mostro colui che compie atti così efferati, infatti, consente alla gente di confinarlo nell’area della marginalità, dell’eccezionalità, dell’estraneità rispetto alla vera natura dell’uomo. In tal senso, la mostruosità si origina ogni qual volta viene superato un certo limite, tacitamente definito dalla sensibilità comune. Il secondo termine, necromania, è un neologismo che coniuga l’attrazione perversa nei confronti dei cadaveri (necrofilia) con l’impulso coatto ad uccidere per puro erotismo. Va da sè che, mentre il necromane mira solo al piacere fisico prodotto dal delitto, il serial killer, come evidenziano tutte le cronache va oltre. Per lui, uccidere e disporre del cadavere significa anche rafforzare, delitto dopo delitto, il proprio senso di potere e autorealizzazione. Da qui il carattere compulsivo e incontrollabile del comportamento del mostro.

Tale mostruosità, nutrita di neucromania, è dunque diventata , in Italia, la chiave dominante dell’omicidio seriale. Questo approccio nostrano al problema, che evidentemente non si allinea alle classificazioni internazionali che ho descritto, ha finito col diventare una costante interpretativa, una sorta di via Italiana al discorso sul serial killer.



PAG. | PRIMA




  Definizione di Serial Killer
  Assassino seriale
  Prospettiva comportamentista
  Dinamiche comportamentali
  Patologie dei serial killer
  Modelli motivazionali
  L'infanzia del serial killer
  Le fantasie violente
  Cacciatori di Serial Killer
  Omicidi seriali in Italia
  Biografie di serial killer
  Serial Killer e Satanismo

         Shop | Libri Serial Killer     Serial Killer eBook     Serial Killer DVD     Serial Killer T-shirts

COPYRIGHT © 2007 | http://iserialkiller.altervista.org | ALL RIGHTS RESERVED